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Trento, 21 gennaio 2009
La solidarietÀ e gli aiuti del Trentino ai popoli di Israele e Palestina
Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Sabato 17 gennaio 2009 i cannoni israeliani hanno cessato temporaneamente il loro frastuono tra le abitazioni civili della striscia di Gaza, alcune ore dopo  Hamas ha sospeso i lanci di missili sulle vicine località israeliane. Si è avviata così una delicata, instabile e difficile tregua dopo tre settimane di inaccettabile conflitto che ha lasciato sul campo oltre mille morti, molti dei quali donne e bambini palestinesi. Nello stesso giorno la Tavola della Pace ed il Coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace hanno rilanciato da Assisi, una città simbolo nel mondo di Pace e di dialogo, alcune proposte per la soluzione del conflitto e per l’avvio di una pace duratura per i due popoli in conflitto, raccogliendo l’adesione di oltre 1200 associazioni e organizzazioni di ogni orientamento culturale, politico e religioso, Comuni, Province, Regioni e forze politiche. Già il 6 gennaio la Tavola si era appellata al Governo nazionale, agli Enti locali, all’intera popolazione italiana con questo drammatico documento:

“Fermare la guerra a Gaza non è un obiettivo impossibile. Dobbiamo fare la nostra scelta. Complici della guerra o costruttori di pace? Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta? Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio dell´Italia e del mondo. Vergognosa è l´inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli Stati Uniti ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell´autodifesa può farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di bambini, giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità internazionale. Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione collettiva ad un milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente la Carta delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti umani.

Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di Hamas contro Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza. Inaccettabile è l´assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione dell´occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono le minacce di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e la costante violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro costruito sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l´inazione irresponsabile dell´Onu, dell´Europa e dell´Italia.

La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone ma anche le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra dignità. Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra scelta. Altre opzioni non ci sono. Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di pensare. Non ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di violenza che li sta brutalizzando. Anche la teoria dell´equidistanza è insensata perché nega la verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più giusto di cominciare a costruire la pace in tempo di guerra. Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E´ vecchia e fallimentare. Nessuna guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere temporaneamente alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che pretende di risolvere. Non c´è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei palestinesi, di Israele e del Medio Oriente attraverso l´uso della forza. La via della guerra è stata provata per sessant´anni senza successo. Anche il buon senso suggerisce di tentare una strada completamente nuova. Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la questione palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza l´intervento di un Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il Consiglio di Sicurezza dell´Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I governi europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune. Ma questa realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con ancora maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo urgente bisogno. Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono cambiare, imporre l´immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza. L´Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una politica nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un autentico ruolo conciliatore. La guerra deve essere fermata ora. Non c´è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E´ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell´Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per questo, dobbiamo fare la nostra scelta. Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: “a ciascuno di fare qualcosa!”.

Per la Tavola della Pace, “L’Italia, l’Europa, l’Onu e i responsabili della politica internazionale hanno ora il dovere di andare a vedere cosa significa realmente, sul terreno, il “cessate il fuoco” e intensificare la pressione diplomatica su tutte le parti per mettere definitivamente fine ai combattimenti e all’assedio di Gaza. Dopo verrà tutto il resto.”

Nell’incontro di Assisi sono state evidenziate tre cose importanti da fare insieme.

1. Costituire in ogni città un comitato per la pace in Medio Oriente dove enti locali e associazioni che condividono l’Appello di Assisi “Dobbiamo fare la nostra scelta” possano lavorare assieme per coinvolgere e sensibilizzare la popolazione, promuovere una politica e un’informazione di pace e praticare una solidarietà fattiva.

2. Dare un futuro ai bambini di Gaza. Partecipare alla campagna di solidarietà con i bambini palestinesi di Gaza. L’obiettivo è raccogliere i fondi necessari per realizzare quanto sarà possibile per alleviare immediatamente le loro sofferenze, per curare i feriti, per aiutarli a superare il trauma terribile che stanno vivendo e a ritornare a sognare un futuro migliore. I bambini e le bambine di Gaza sono più di 700mila. Più della metà degli abitanti di quella misera striscia di terra. L’80% della popolazione di Gaza vive al di sotto della soglia di povertà, quasi come in una sorta di “grande lager”. La campagna è promossa dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani. Ciascuno può inviare il proprio contributo sul C/C POSTALE N. 19583442 intestato all’Agenzia della Pace specificando “Bambini di Gaza” oppure con bonifico sul C/C BANCARIO N. 107073 della Banca Popolare Etica, Sede di Padova, ABI 05018 - CAB 12100 - CIN X - CODICE IBAN: IT90 X050 1812 1000 0000 0107 073.

3. Prepararsi per andare a Gerusalemme, in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati. “Andiamo incontro alle vittime di questa tragedia senza fine, ai due popoli”, hanno detto dalla Tavola della Pace. “Andiamo di persona per conoscere e per capire. Andiamo per esprimere la nostra solidarietà e la nostra vicinanza. Andiamo per fare quello che vogliamo facciano l’Italia, l’Europa e l’Onu: impegnarsi seriamente per mettere definitivamente fine a questa sanguinosa follia”.

Tutto ciò premesso

il Consiglio della Provincia autonoma di Trento
impegna nell’ambito delle rispettive competenze la Presidenza del Consiglio e la Giunta provinciale affinché

1. esprimano la solidarietà del popolo trentino e delle Istituzioni dell’Autonomia ai popoli israeliano e palestinese ed a tutte le vittime del conflitto tra Israele e Palestina

2. intervengano presso il Governo ed il Parlamento italiano affinché operino nuovamente nei confronti dell’Organizzazione delle nazioni Unite, dell’Unione Europa, dei Governi israeliano e palestinese per garantire da tutte le parti la cessazione dei conflitti a fuoco, affinché i “caschi blu” possano assicurare la sicurezza ad entrambi i popoli in sofferenza

3. prevedano uno stanziamento straordinario sul bilancio 2009 e sul bilancio pluriennale 2009-2001 per esprimere solidarietà concreta agli abitanti di Gaza, affinché possano essere prontamente ricostruite le infrastrutture civili, con priorità per quelle sanitarie e scolastiche

4. incentivino ulteriormente gli interventi della Cooperazione internazionale trentina verso Israele e Palestina, sostenendo in modo particolare iniziative a favore della fascia giovanile dei due popoli

5. favoriscano il dialogo permanente fra la popolazione israeliana e quella palestinese, offrendo e sostenendo occasioni di incontro e di confronto di rappresentanti dei due popoli, in particolare dei giovani, in luoghi significativi della nostra Provincia, quali ad esempio la Città di Rovereto – Città della Pace.

6. sostengano, divulghino e favoriscano l’adesione di Enti locali ed associazioni all’appello “Diamo un futuro ai bambini di Gaza” promosso dal Coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace

7. promuovano la costituzione, le attività ed i progetti di un “Comitato per la Pace di Medio-Oriente”, al quale possano aderire Enti locali, associazioni, organizzazioni dei lavoratori e delle imprese, eccetera

8. organizzino la partecipazione di una delegazione di Enti locali trentini nell’ambito della prossima delegazione degli Enti locali italiani per la Pace in Medio Oriente, anche al fine di creare le condizioni per agevolare l’attivazione di collaborazioni e di gemellaggi tra Enti locali ed associazioni trentine e corrispondenti enti ed associazioni israeliani e palestinesi

9. promuovano a livello provinciale una maggiore conoscenza delle cause storiche e delle motivazioni che hanno portato alle successive fasi del conflitto israelo-palestinese, favorendo il superamento di posizioni ideologiche pro o contro ciascuna delle parti in conflitto.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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